"Be good, and if you don't be good be careful!" danish working-class miner

Friday, May 27, 2011

Terzo giorno - mercoledì 25 maggio 2011

Bedonia - Borgo val di Taro - Passo del Brattello - Pontremoli - Aulla - Soliera - Fosdinovo - Gragnana - Carrara - Massa - Forte dei marmi - Viareggio (pineta)
Km 150 - Dislivello pos. 1350 m 

Mattinata umida e mi risveglio in un campo tutto bagnato. Anche il sacco a pelo è tremendamente umido e appicicaticcio. Argh! Il sudore accumulato ormai è davvero troppo...
Borgo val di Tauro, bella cittadina, ma già si sente l'impronta di pianura, anche se siam in pieno appennino, di una certa ricchezza e di case che c'entrano poco con il resto del paesaggio. E anche capannoni e qualche industria. Così, via verso il passo del Brattello, completamente spopolato invece. Di qui passa anche la via Francigena. Incontro una cava dove stanno lavorando, e insomma fa un certo effetto vedere da qua un escavatore lassù piccolo piccolo che opera lungo una scarpata artificiale.


Anche sul passo del Brattello l'impronta partigiana. Tutto abbandonato qua però, quindi giù in un bosco fitto fitto, dove domina l'odore di fiori di acacia e di sambuco che si mischiano. Notare che le due piante di solito vivono sempre come in simbiosi e dove trovi una trovi spesso anche l'altra. Ma qui il sambuco sembra davvero prosperare e raramente ho trovato piante così grandi.


Si apre poi la valle della Lunigiana e le Alpi Apuane si stagliano in lontananza.


Pontrèmoli è un bel borghetto, ma super caotico. Qui passa l'autostrada che va a Parma fino a La Spezia, posto quindi di passaggio e trafficato. E' il preludio del fondovalle della Lunigiana, fino ad Aulla e poi lungo la costa tirrenica. Posti da evitare in bici a meno che non si voglia rischiare il tritaggio eheh. Mi dispiace per sti borghetti invasi e super espansi da seconde case. Poi le vie vecchie si spopolano e diventano luogo per crucchi e bar. Io le chiamo le vie pisciatoio, perchè in quelle secondarie dove non c'è nessuno ti viene sempre voglia di fare pipì. Il turismo di pipì ^^_


Ai lati della valle però si stagliano boscosi monti appenninici, lo spartiacque con l'emilia da questo lato è molto più severo però, dalla parte emiliana invece ci sono pascli e laghi. Strada anche con tir, e tanto sole. E per questo che faccio scorpacciata di ciliegie, che scopro che fanno davvero la differenza. Sono super le ciliege col caldo.


Ad Aulla  prendo verso il passo del Cerreto e poi verso Fosdinovo per poi piombare da est su Massa e Carrara. Qui lungo questo strada che si arzigogola dietro la riviera la calma e la pace ritornano, ma è un super faticare con il sole e temperature alte.




Bellissimi i paesini e le contrade che si incontrano ogni tanto, con il grande ritorno dei vecchietti seduti sulle panchine vicino alla chiesa o fuori di casa e nessun'altro.


Arrivo a Fosdinovo, borgo medievale semi disabitato che domina la prima riviera e la piana. Però c'è un super castello e sembra anche esserci un posto turistico. Strano vivere in un paese dove di solito non c'è nessuno (e infatti regna una calma piatta e tra le viuzze solo i sempieterni vecchietti, ma qualche bambino che gioca c'è!) e poi all'improvviso ti piombano al week end autobus e crucchi e chissà cos'altro.



Salgo ancora un pò e poi giù verso Carrara e Massa! Scorgo tra le Apuane qualche cava, ma poi subito la strada si ricontorce e si intrica in maniera tale che non si capisce qui come facciano le strade. E improvvisamente arriva il caos della Versiglia, alle porte di Carrara! Pescatori con alle spalle le montagne...e non viceversa. Risalgo ancora un pochetto nel traffico e arrivo dietro Massa, tutta schiacciata lungo la valle e poi case si case fino al mare verso cui mi fiondo.


Wuuuo, la terapia d'urto con l'appennino è finita! Giù a tutta birra lungo la riviera verso la pineta di viareggio, posto davvero da bivacco, in mezzo ad una specie di foresta umida super piena di zanzare al tramonto, roba che te ne trovi a nugoli intorno se non corri! Mai visto così tante zanzare che ti azzannano tutte insieme, e sono anche grandicelle queste. La costa qua è parco naturale e abbastanza intatta o in fase di recupero, si trovano animaletti e tante piante che crescono nella sabbia, però internamente è pieno di pini, ramaglia ed è intricatissimo (ci son però sentieri che ti portano fino alla costa). Lungo tutta la spiaggia poi ci sono decine di detriti e ramacci e tronchi, e se li sollevi ogni tanto trovi anche le sorprese eheh!



Domani giornata di recupero e riposo, aspettando di rientrare tra i monti che nonostante io sia al mare attendono la dietro...


Thursday, May 26, 2011

Secondo giorno - martedì 24 maggio 2011

Corte Brugnatella - Marsaglia - Passo del Mercatello - Ferriere - Passo del Tomarlo - Passo di Montevacà - Bedonia
Km 87 - Dislivello pos. 1600 m

Mi son messo in testa, vedendo che in verità stamattina mi sento piuttosto fresco, di svalicare due passi per la giornata di oggi. La val Trebbia è molto contadina, viva e rustica. La gente è disponibile ahah, per i pendii un sacco di paesini e contrade con case di pietra. Ovviamente sempre vecchietti e qualche cane mansueto (i cani qua in montagna abbaiono molto di rado se ti vedono passare in bici, altro che territorialità come quelli di pianura o chiusi nei cortili. Insomma sono cani da strada, in genere son sempre ben disposti e quando passi se non gli disturbi è come se nulla fosse).





Qua e là paesini spersi che continuamente spuntano in mezzo alla selva. Ma cosa ci facevano qua d'inverno sti fioi? E ogni tanto qualche vecchietto che esce di casa c'è sempre. E' strano vedere in mezzo a questi boschi che non sembrano finire mai dei vecchietti e vecchiette che sembra che appenna toccandoli cadano. Vanno lentissimi, fan qualcosa nell'orto oppure niente semplicemente camminnano qua e là. Vecchietti into the wild. Vai a capire te...


 Discesa dopo il passo del Mercatello verso Ferriere. Bella cittadina, viva di una vita di quella di gente da campagna intenta a lavorare, a fare mercato e insomma allegra e di sano spirito emiliano!


All'una del pomeriggio aspetto che tramonti un po' il sole per imbarcarmi verso il Tomarlo, con la schiena ancora bruciacchiata (la notte prima non potevo dormire supino, ma da un fianco o dall'altro...). Guardando un albero dal sotto sopra la panchina su cui son semi cosciente (tutta la gente all'una sembra scomparsa dalle strade) faccio altri genere di viaggi.


Alla fine non resisto e decido di andare. La salita però va su regolare, e come al solito traffico inesistente. Strani automboili si vedono per le strade, e trattori super pompati, roba da andare in giro a Padova con sti cosi!



 Arrivato al passo del Tomarlo mollo la bici e faccio una veloce salita al Monte Nero, nome che mi incuriosiva...beh, bruttino come vetta, tutta pieni di pini mughi arruffatti e insomma qualche roccia più su da dove si poteva spaziare un po' lo sguardo. Un cartello all'inizio del sentiero faceva capire che qui una volta c'erano tanti pascoli. E infatti la faggetta più sotto era tutta fatta di alberi giovani, la cosa era strana. Finalmente la verità dei boschi italiani. Si stanno espandendo a ciodo rispetto a un po' di anni fa. In fondo all'orizzonte a nord si vedono come dei coni di cumulonemboli in formazione...che forse su sulle Alpi e in pianura ci sono temporali? Da qua sembra che siano eruttatti dei vulcani lontani lontani...



Scendo così dall'altra parte della Val di Nure, verso dove inizia il fiume Ceno in territorio parmense. Alle spalle ho il parco naturale dell'Aveto con ancora paesini che spuntano da non si sa dove...altro che ecovillaggi qua ragaz...



Arrivo ad Anzola. Terra di partigiani qua, e anche sembra di quelli cocciuti. Dappertutto fin più giù in valle sembra che da ste parti la lotta partigiana sia stata piuttosto intensa e ancora viene ricordata con cartelli e monumenti vari, come a ricordare che qui sono ancora, come dire, incazzati con la pianura. Scendendo giù verso Bedonia, dopo un piccolo svalico, però tutto cambia, e sempre reincominciare la civiltà. Valle molto ampia e distesa, tanta vita ma anche tanto traffico. Campi, pascoli, qua fanno il parmigiano, però di mucche nemmeno l'ombra. Pieno di cambi da sfalcio e fieno. Il fienile per le stalle in pianura forse.


L'isolamento dell'appennino qua sembra terminato. Così si fa fatica anche a trovare un posto dove montare la tenda, case un po' ovunque, campi, cani che incominciano ad abbaiarti contro (ma guarda un po') e insomma ci devo mettere di impegno per trovare un campo fuori mano senza salire troppo. Appena apro la tenda mi si riempe di mosche e moscerini, pieno! Sarà per il mio stato che son sudato e appiccicoso all'inverosimile e attiro insetti da ogni dove, le zanzare mi costringono a rimanermene all'interno della rete della tenda eheh! Pieno di insettini tutt'intorno...queste sono le inconvenienze di campeggiare in un campo da sfalcio. Poi mi accordo che tanti altri animali ci sono, uccelli e non finire, poi forse anche una volpe sfreccia a pochi metri da dove sono. E a lato dietro degli alberi col tempo dai rumori capisco che ci stanno dei cavalli. Insomma a valle l'eco della strada e dei camion e intorno tutta una vita animale intensa. Siamo in tanti in questa valle...







Biobikediversity - Uomo e bici in simbiosi

Primo giorno - lunedì 23 maggio 2011

Lobbi - Tortona - Dernice - Cantalupo Ligure - Cabella Ligure - Capanne di Cosola - Passo del Giovà - Brallo di Pregola - Corte Brugnatella
Km 115 - Dislivello pos. 1600 m

Val Borbera è una bella valle chiusa, cioè non comunica con un'altra valle ma che si apre poi in un complesso di valli secondarie alquanto disabitate. Tutti i paesini e le frazioni sorgono arroccati sui fianchi delle montagne, spuntano così, d'improvviso e in mezzo al bosco.


Salita verso le Capanne di Cosola lunga e sotto un sole in una giornata limpida. A fine giornata avrò rimediato già un principio di scottatura alla schiena! Posti davvero fuori dal mondo, traffico inesistente, avrò contato 8 macchine in 3 ore, più un ciclista (oltre a me ovviamente). I paesini sono tutti quieti e tranquilli, spopolati ma ben tenuti, sobri e senza pretese. Vecchietti che spuntano ogni tanto qua e là.




Salita poi fino al monte Chiappo, dove si scorge il monte Ebro e tutte le montagne qua intorno, a confine tra Piemonte, Liguria, Lombardia e ed Emilia. Da queste parti doveva passare anche la via del sale. Questi prati in crinale una volta venivano anche usati come pascoli, ma d'altrone oramai chi va più con le mucche e le capre in alta quota? Pochi qua al nord.


Svalicato in Lombardia dopo il passo del Giovà i paesi sono più vivi, la gente gira e al passo di Brallo c'è già un po' più via e vai di macchine. Quindi giù verso il fiume Trebbia, ai piedi dei contrafforti del monte Lesima (che ospita a quanto pare in cima un radio-faro...cossa xe sto trabiccolo?). Zona agricola e con pascoli da fieno e campi sui pendii. 


A Corte Brugnatella primo incontro solidale con la gente del posto. Due vecchietti e penso la loro figlia ormai in età, che sto cercando una fontana e casa loro che da sulla strada è piena di roba fuori nel cortiletto che sconfina appunto sulla strada. La vecchietta è supernodosa e aveva uno sguardo, un che di allegro ma di chi ha faticato, un pò da fiaba. Sembrava uscita da un film di Miyazaki
Questo salire e poi scendere in continuazione sono un vero tritagambe, non sono proprio sicuro di dove riuscirò ad arrivare, (già al primo giorno questo pensiero ahah), fin quando i nervi terranno. Come sempre riposare bene alla notte è essenziale. E infatti campeggio in mezzo ad un campo pieno di insetti e grilli! Si sente poi anche l'eco lontano delle musiche di una messa all'aperto, da qualche contrada più sù. Son quasi le 21:30, qui forse la messa e la religione sono ancora valori che contano davvero e hanno un senso di unione, visto che di bar o altre cose non ne esiste nemmeno l'ombra. Intorno a me è ancora tutto un cantare di grilli e di mille animaletti che girano e di uccelli e di quante bestie ospita sto posto eheh!