GGiro a Campo Imperatore in bici e salita sul Monte Bolza
Km 45 - Dislivello pos. 700 - 750 m
Km 45 - Dislivello pos. 700 - 750 m
Oggi sembra la giornata giusta. Preparo la bici per un giro sull'altipiano di Campo Imperatore. porto impermbeabili, giacca, e cose varie, a quanto pare lassù tira vento e fa freddo, e con il tempo di questi giorni non si sa mai.Salendo incontro un gregge di pecore che sta attraversando la strada, con pastore munito di zaino e bastone che fischia e i cani. Uno di loro non è tanto contento di vedermi, ma alla fine non mi salta addosso ahah!
Salendo ancora un po' noto come le nuvole si addensino proprio sopra la zona dove c'è il campeggio, posto un po' sfortunato.
Oggi la giornata è più limpida di ieri, e lasciando la bici e facendo un veloce attacco sul monte Cristo si può vedere fin giù in valle verso l'Aquila e gli orizzonti e i monti sono più nitidi, più luminosi. Sembra che sia una giornata buona!
Pascoli e dolci declivi spuntano tutt'intorno, vecchie case di emergenza usate dai pastori e vecchie malge spuntano qua e là. E' proprio una terra di transumanza e greggi.
Salgo e mi infilo pian piano verso Campo Imperatore. Improvvisamente ci si trova in mezzo ad una grande pianura di erba, dove l'occhio si perde lontano. C'è vento, ma non c'è un silenzio particolare, ogni tanto passa lenta qualche macchina e prosegue dritta lungo la strada che sembra non finire. Mucche spuntano ogni tanto, prima piccole piccole come puntini, poi si sente l'eco degli scampanacci e pian piano gli si passa a lato e ti guardano mansuete.
Attraverso questo enorme altipiano con una sensazione strana, l'occhio è catturato dalle cose lontane e la mente non risce a concentrarsi su qualcosa. Sembra di stare nelle praterie, in effetti questa è una prateria! Decido di lasciare la bici in un posto come un 'altro, e salire un monticciolo da cui si può dominare tutto l'altipiano. Il senso di spazio aperto e senza protezioni dopo un po' da alla testa, non c'è veramente nulla tranne prati e prati, puntini bianchi delle mandrie, la strada sotto e i monti intorno. E' difficile prendere le distanze, sembra che le cose siano lì a portata di mano ma in verità sono lontane! Mi concentro su un alberello mentre salgo, l'unico, per avere un'idea de tempo che passo a camminare.
Questo è un luogo un po' speciale, un luogo dove l'occhio e la mente viaggiano e si perdono per spazi vasti e immobili. L'eco degli scampanacci si sente lontano e accompagna la camminata. E' differente che stare sulla cima di un monte. Gli spazi sono più ristretti, certo, l'orizzonte qua non spazia più di trenta km, però la forza che scaturisce dall'immensa prateria è particolare e ci si sente piccini piccini, come i puntini delle mucche in fondo. Ti senti solidale con gli altri esseri viventi, eheh, e capisci infine quanto la natura sia padrona. Davvero questo posto non è Italia, sembra una finestra sugli altipiani e le pianure del centro Asia.
Pian piano riscendo, ma sempre catturato dagli spazi e dalla calma, e le nuvole che proiettan ombre sui prati. La bici è lì lontana e piccina. Rifaccio la strada al contrario con un forte vento contrario.
Nuove nuvole rapida si affacciano sull'altopiano, ma questa volta sono scure e dense. Il vento è forte e se non fossimo a giugno farebbe anche dannatamente freddo qua! Incontro un grppo di ciclisti bergamaschi sulla cinquantina che gaiardi stanno attraversando l'altopiano per andare poi verso il mare, il tragitto che farò domani io. Son gente tosta, eheh, simpatici e un po' boari, gente con cui si va d'accordo facilmente. I ragazzi poi gli incontrerò in treno tornando verso Piacenza, che forte.Il vento e forte, tira verso sud-est, e anche in discesa devo pedalare, ma non sembra voler piovere. Però fa un certo effetto vedersi arrivare addosso nubi nere con vento su un altipiano, dove non c'è niente dove ripararsi, non un albero, o qualcosa. Ti senti in balia degli elementi. Si, beh, un po' come un essere in mare in tempesta. Mondo boia...
No comments:
Post a Comment