Viareggio (pineta) - Forte dei marmi - Seravezza - Retignano - Terrinca - Colle Cipollaio - Arni - Castelnuovo di Garfagnana - Pieve Fosciana - Campori
Km 80 - Dislivello pos. 1350 m
Ripreso e riposato riparto per queste famigerate Alpi Apuane. Alpi in mezzo all'appennino...mah? In effetti hanno un che di dolomitico, non hann tratto della classica conformazione de monti appenninici. Ritorno così nel traffico della Versiglia, questa volta meno boriosamente che 3 giorni fa, e mi dirigo verso Seravezza. Il traffico nonostante mi stia allontanando dalla costa
non accenna a diminuire, e la cosa comincia a preoccuparmi. C'è anche un certo via vai di ciclisti e...tir. In effetti lungo tutta la strada che si snoda nei meandi delle Apuane ci sarà un bel po' da spartire la carreggiata con macchine e tir, questi ultimi che scendono carichi con gli enormi massi di marmo dalle cave più in su. In valle e un po' dappertutto si notano gli effetti e le cause dell'industria di marmo. Massi e lastre se ne vedono ovunque, vicino al fiume ci sono le fabbriche e i magazzini dove vengono tagliati e lavorati.
Da lontano in cima ad un picco compare poi quella che è essere una cava di marmo, proprio in cima, e dove tutt'ora stanno lavorando. Infatti a volte si sente il rimbombo di macigni e rocce che franano lungo un ghiaione che sembra un canale di ghiaccio.
Continuo a salire di buona lena (se il traffico non è pesante e i ciclisti abbondano, allora questo via vai può anche servire da spronante) finchè non mi trovo davanti ad un bivio: o galleria di 1,2 km o strada a sinistra che scavalca e fa tutto un giro assurdo, ma a cui è vietato accederci e per di più non è asfaltata. Vedere dentro la galleria mi mette i brividi, girare in bici dentro una galleria è un'esperienza assurda e oltre che rischioso la testa dopo un po' non ragiona più, col il buio, il rimbombo del traffico e la sensazione di esserein trappola. Quindi beh, svolto a sinistra senza indugi!
La pendenza diveta intollerabile, quindi smonto e spingo. Vengono giù intanto degli operai in macchina a camioncino. Ad un certo punto scopro che questa è la strada che porta proprio alla cava che vedevo venendo su! I cartelli del divieto di accesso diventano poi una sbarra che però ha il lucchetto aperto, apro, passo, richiudo poi ad un bivio mollo la bici e continuo a piedi. Improvvisamente dopo alcuni minuti si apre lo sguardo su tutta la costa della Versiglia e poco dopo sono al campo base della cava! Macchinari, super escavatori, bombole di elio e altri gas, gru e muri di marmo scavati nella cima della montagna. Caspita che roba.
E che lavoraccio lavorare in queste cave! Sopratutto guidare i tir su queste strade tutte accidentate e scoscese. Poi fan saltare le pareti di marmo con l'esplosivo.
Lo spettacolo è di quelli che ti danno adrenalina, cavolo, ha un certo fascino questa operosità in cima ad una montagna! Sono operosi sti versigliani, pescatori, marmisti, costruttori di navi (giù a Viareggio c'è tutta una piccola industria di cantieristica navale) sempre in movimento e in operazione.
Riprendo la bici e giù dall'altro versante dopo il passo del Cipollaio (un sentiero) la strada diventa terribile per la mia bici con i copertoni da strada, e anche se sono a piedi e spingo la meccanica e in particolari il portapacchi artigianale vengono sollecitati continuamente.
Fa caldo e la strada si fa lunga. Ad un certo punto smonto lo zaino e me lo metto in spalla, proprio per lo scopo appunto per il quale avevo voluto caricare la roba da viaggio non nelle classiche borse da bici ma con un zaino da trekking eheh. Così procedo più velocemente e la bici è meno impegnata.Con pietroni e cave abbandonate (non incontro nessuno per 2 ore buone) dietro ogni curva finalmente la strada curva , scende e torna alla provinciale asfaltata più sotto. Più di due ore per aggirare una galleria di 1 km!
Tutto ha poggiato su questo homemade portapacchi...
Poco più giù al paesino di Antri, un pugno di case, lascio la bici e a piedi mi dirigo verso il monte Sumbra, lungo un'altra strada fatta per i camion e le ruspe delle cave. Ma il percorso è triste, non c'è nessuno, c'è anche qui una certa aria di abbandono, si vedono solo macerie e ruspe e attrezzi abbandonati o semi abbandonati e le montagne intorno sono aspre e scoscese. Cammino un po' stanco e un po' mesto per questa strada-pietraio. Presto arrivo al passo Sella dove iniziano i prati e l'ambiente si distende. Il sentiero verso il monte Sumbra diventa però troppo aspro ed esposto e anche lo stesso monte alla fine si rivela un roccione scosceso (il lato nord dalle cartine mi sembrava più mite). Vado un po' più su fin dove arrivo e l'appennino emiliano si stende innanzi e compare in lontananza anche il monte Cimone.
Tempo di qualche riflessione e poi scendo e giù veloce in bici verso la Garfagnana. Cerco un campo o qualcosa di tranquillo dove accampare. Non è facile perchè ci sono tante case e c'è vita e traffico, quindi mi tocca risalire un po' verso il passo delle Radici dove passerò domani. Trovo un bel posticino con pochi insetti e aspetto il tramonto...
No comments:
Post a Comment