"Be good, and if you don't be good be careful!" danish working-class miner

Thursday, June 16, 2011

Quindicesimo giorno - Lunedì 6 giugno 2011

Leonessa - Albaneto - Posta - Borbona - Montereale - L'Aquila - Bazzano - Paganico - Camarda - Assergi - Fonte Cerreto
Km 93 - Dislivello pos. 1000-1050 m 

Risveglio nel sole. Alle prime luci noto un certo chiarore da dentro la tenda, un chiarore che man mano diventa sempre più forte. Apro la tenda e vedo che le nuvole si stanno diradando, lasciando spazio al tanto desiderato sole. Dopo la serata più bagnata e umida di tutta la mia vita, saluto il sole come l'amico più desiderato.




Riprendo energia immediatamente, seppur nell'erba bagnata e tra tutto la mia robba umida e sporca. Rimpacchetto tutto lentamente, godendomi il calore dei primi raggi. Noto che in effetti il paese di Leonessa è proprio a ridosso di alcune montagne contro cui le nuvole scaricavano pioggia a non finire. Nelle vicinanze dell'impianto di risalita alcune nuvolette aleggiano ancora, sebbene tutto intorno sia già sereno. Vabbeh, così è andata. Rimetto tutto insieme, prendo la bici e via! Giusto in tempo prima che qualcuno arrivasse a curiosare! Torno in paese a fare la spesa e a bere un capuccino, incontro un simpatico cane che mi seguirà per un bel pezzo, e rincontro pure il simpatico vigile di ieri, in abiti civili però, e pure io ora sono in abiti più civili, ieri sera ero un mezzo incrocio tra un sacchetto di plastica e uno straccio bagnato. Ahah!


Di gran carriera mi butto in strada e vado! Bei posti, belle montagne e tanta natura! Ora col sole tutto risplende e da forza! La strada verso Montereale è praticamente vuota, non passa nessuno. Leonessa sembra proprio un bel paese.





I paesini sono rustici, gente di montagna abbandonata quasi a sè stessa, non sembra che passino molti turisti da qua, la gente che incontro fa quasi fatica a salutare. Pecore e animali nei cortili, orti e trattori. Tutto fa presagire che qui ci sia un certo isolamento, ma la gente ci vive ancora e non è andata in città.


Arrivato a Montereale poi gli spazi si riaprono. Finalmente sono in Abruzzo. Vado giù veloce lungo la statale per l'Aquila, ho voglia di arrivare al campeggio a Campo Imperatore il prima possibile, anche per evitare i temporali che nel pomeriggio regolarmente arrivano. Nei pressi di Aquila il traffico diventa tosto. Man mano che procedo verso la città sembra che il casino sulla strada e il casino ad di fuori aumentino di pari grado. Man mano che procedovedo i primi segni del terremoto. Palazzi un po' crepati, qualche muro scalcinato.
Verso il centro poi le cose si fanno più serie. Impalcature ovunque, cantieri aperti dietro ogni angolo, insomma sembra tutto un enorme "under construction". I danni alle strutture sono più gravi, fa un certo effetto perchè seppur ci sono macchine e traffico, per le vie non vedi nessuno a piedi, e i palazzi mezzi sconquassati e con le impalcature e sostegni che le sorreggono sembrano usciti da una guerra. Il terremoto fa questo, oppure è la guerra tra gli uomini che fa danni simili ad un terremoto. Dio diamine.
Ma non voglio fermarmi, son venuto qui per le montagne e i paesi e la natura. Noto poi che un addensamento di nuvole è proprio di fronte a me, e quindi mi tocca sbrigarmi e stare in campana.




Giro per Paganica, e rimangono così 11 km al campeggio. Paganica è un altro paese disabitato, con traffico, qualche cosa di aperto lungo la strada principale e poi il solito "under construction" ovunque, tra le vie e le case. In paese la sensazione che di qua sia passata la guerra è ancora più forte, c'è più abbandono, più mestizia. Ma la vita prosegue, la gente lavora, si sentono macchine da lavoro, martelli, carpentieri che parlano.
Il temporale sembra stabile giusto pochi chilometri più a sud di dove sono io, non sembra voler arrivare fin quassù.


Si apre poi dinnanzi a me i faraglioni delle montagne del Gran Sasso, alti come un grande muro. Passo Assergi, l'autostrada e un'enorme vallata mi accoglie, la sensazione è forte, se dovessi vedere spuntare dei dinosauri non mi soprprenderei. Gli spazi qua sull'altipiano si dilatano e anche la fatica!




L'ultima salita sotto un sole tosto su questa strada larga e lunga e dove non passa nessuno è piuttosto taglia-gambe. Ma ormai sono alla fine, arrivo infine a Fonte Cerreto, un pugno di case con qualche albergo, l'impianto di risalita e il campeggio. Sarà il mio campo base per qualche giorno. Stendo tutto la roba, ci sono cose ancora bagnate, finalmente un posto dove posso stare tranquillo. Mi sento un po' come a casa, e butto tutto in aria e mi metto a mio agio. Bella vez!



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